Il libro vuole offrire una puntuale e chiara disamina della disciplina dettata dalla Riforma del Terzo settore per gli enti ecclesiastici e con questa finalità viene dedicato ampio spazio all’illustrazione della stessa.
Importanti argomenti che vengono trattati nel libro riguardano la recente normativa relativa ai nuovi schemi di bilancio, al bilancio sociale e alla valutazione dell’impatto sociale.
L’Opera si concentra sul posizionamento degli enti ecclesiastici all’interno della Riforma del Terzo settore.
Vengono esaminati, a questo proposito, i seguenti argomenti:
• I principi e le definizioni contenute nella Riforma che riguardano gli enti ecclesiastici;
• Le condizioni che il legislatore richiede per entrare nel Terzo settore;
• La definizione e la disamina degli “enti religiosi civilmente riconosciuti”;
• La definizione e la disamina dell’istituto del “Ramo Terzo settore”;
• La disamina delle attività esercitabili nel Terzo settore;
• La definizione e la disamina del “regolamento”;
• La definizione e la disamina del “patrimonio destinato”;
• Il quadro riassuntivo per orientare la scelta dell’ente ecclesiastico.
Si affrontano, inoltre, gli aspetti tributari della Riforma del Terzo settore applicabili agli enti ecclesiastici:
• la disciplina delle attività di religione e di culto;
• la disciplina fiscale della attività diverse da quelle di religione e di culto;
• la disciplina fiscale del ramo Terzo settore;
• la disciplina fiscale delle attività di interesse generale;
• la disciplina fiscale delle attività commerciali.
In apertura, il libro introduce alcuni concetti e i principi fondamentali al fine di collocare l’ente ecclesiastico nel panorama giuridico: nozione di ente ecclesiastico, scopo di religione o di culto, cenni di diritto ecclesiastico, gli enti ecclesiastici nella Costituzione.
Non manca un approfondimento di alcuni aspetti che riguardano una nota figura di ente ecclesiastico: la parrocchia.
Si esaminano, in proposito: la definizione, l’amministrazione, la composizione e i poteri del Consiglio Parrocchiale per gli affari economici e del Consiglio Parrocchiale Pastorale.
Il libro si chiude con una Parte dedicata alla situazione normativa nel periodo Covid-19 che interessa gli enti ecclesiastici.
Con questa opera si è cercato di colmare un vuoto nel panorama editoriale offrendo a tutti coloro che operano negli enti ecclesiastici con funzioni di responsabilità uno strumento di approfondimento per conoscere, in primo luogo, la Riforma del Terzo settore e, in particolare, in che modo l’ente ecclesiastico può entrare nella Riforma, e gestire, nelle modalità stabilite dalla Riforma stessa, le attività diverse da quelle di religione o di culto.
Parte I – Profili civilistici degli enti ecclesiastici
TITOLO I - IL PROFILO SISTEMATICO DEGLI ENTI ECCLESIASTICI
1 Gli enti ecclesiastici. Definizione introduttiva
1.1 La nozione di ente ecclesiastico
1.2 Lo scopo di religione o di culto
1.3 Un esempio di ente ecclesiastico: la parrocchia
1.4 Le Comunità pastorali: non sono enti ecclesiastici
1.5 Enti ecclesiastici. Enti civili costituiti da enti ecclesiastici. Rami costituiti da enti ecclesiastici
2 Elementi introduttivi: il diritto ecclesiastico
2.1 Aspetti e principi generali
2.2 Le fonti del diritto ecclesiastico
2.3 Il principio di uguaglianza e il divieto di discriminazioni
2.4 Le Confessioni religiose
2.5 Gli enti ecclesiastici più antichi
2.6 La bilateralità pattizia
2.7 Rapporto tra Stato e Chiesa Cattolica
3 Gli enti ecclesiastici nella Costituzione
3.1 Premessa: il principio della laicità dello Stato
3.2 Gli articoli e i profili concernenti la libertà di religione
3.2.1 Il profilo individuale della libertà di religione
3.2.2 Il profilo collettivo della libertà di religione
3.3 Riassunto sulla disciplina costituzionale degli enti ecclesiastici
4 Cenni di diritto canonico
4.1 Il diritto canonico
TITOLO II - UN ESEMPIO PRATICO DI ENTE ECCLESIASTICO: LA PARROCCHIA
1 La parrocchia è un ente ecclesiastico
1.1 Premessa
1.2 Definizione giuridica e fiscale della parrocchia e l’esercizio di attività diverse da quelle di religione o di culto
1.3 La costituzione, da parte di una parrocchia, di un ente civile
1.3.1 La costituzione di un ente civile
1.3.2 L’associazione
1.3.3 La fondazione
1.3.4 La fondazione di partecipazione
1.3.5 La parrocchia e la fondazione di partecipazione. La relazione tra parrocchie e la Comunità pastorale
2 Definizione di parrocchia. Costituzione. Scioglimento. Il parroco
2.1 Definizione di parrocchia secondo l’ordinamento canonico
2.2 La parrocchia nell’ordinamento civile
2.3 Lo Statuto della parrocchia
2.4 La soppressione della parrocchia
2.5 Il parroco
3 Cura e amministrazione delle parrocchie
3.1 Casi particolari in ambito di cura e amministrazione delle parrocchie
3.2 Vacanza della parrocchia o impedimento del parroco
3.3 Distinzione tra parroco e parrocchia
3.4 Atti di ordinaria e atti di straordinaria amministrazione
3.5 Il patrimonio della parrocchia
3.6 L’inventario dei beni
3.7 I beni immobili
3.8 La casa canonica
4 Il Consiglio Parrocchiale per gli Affari Economici
4.1 Definizione di Consiglio Parrocchiale per gli Affari Economici (= CPAE)
4.2 Composizione
4.3 Poteri
4.4 Funzionamento
5 Il consiglio parrocchiale pastorale
5.1 Il consiglio parrocchiale pastorale
5.2 Composizione
5.3 Poteri
5.4 Funzionamento
Parte II – Gli enti ecclesiastici e la Riforma del Terzo settore
TITOLO I - IL QUADRO DELLA RIFORMA DEL TERZO SETTORE
1 Il quadro della Riforma del Terzo settore. La legge delega e i principi di base
1.1 Introduzione
1.2 La prima tappa della Riforma del Terzo settore: la legge delega 6 giugno 2016, n. 106
1.3 Finalità della Riforma del Terzo settore
1.4 Gli obiettivi dei decreti legislativi
1.5 Riepilogo della Riforma del Terzo settore
2 Il quadro della Riforma del Terzo settore. Le tappe successive alla legge delega. Il codice del Terzo settore e la definizione di ente del Terzo settore
2.1 Introduzione
2.2 Dopo la legge delega
2.3 Il codice del Terzo settore
2.4 Gli enti del Terzo settore
2.5 I requisiti oggettivi degli enti del Terzo settore
3 Il quadro della Riforma del Terzo settore. La nuova disciplina delle associazioni e delle fondazioni
3.1 Introduzione
3.2 Premessa
3.3 La costituzione dell’associazione
3.3.1 L’atto costitutivo
3.3.2 Lo statuto
3.4 Il riconoscimento
3.4.1 Procedura per l’acquisto della personalità giuridica
3.4.2 Mancata sussistenza delle condizioni
3.4.3 Il patrimonio minimo
3.4.4 Conseguenze del riconoscimento
3.5 Gli associati. Procedura di ammissione
3.6 L’assemblea
3.6.1 Diritto di voto e deleghe
3.6.2 Le competenze dell’assemblea
3.7 L’organo di amministrazione
3.7.1 La nomina
3.7.2 La responsabilità degli amministratori
3.8 L’organo di controllo e la revisione legale dei conti
3.8.1 La nomina dell’organo di controllo
3.8.2 I requisiti dei componenti dell’organo di controllo
3.8.3 I compiti dell’organo di controllo
3.8.4 La revisione legale dei conti
4 Il quadro della Riforma del Terzo settore. La nuova disciplina riguardante le organizzazioni di volontariato
4.1 Introduzione
4.2 Definizione di organizzazione di volontariato
4.3 La denominazione delle organizzazioni di volontariato
4.4 Il lavoro nelle organizzazioni di volontariato
4.5 Le risorse delle organizzazioni di volontariato
4.6 L’organo di amministrazione nelle organizzazioni di volontariato
5 Il quadro della Riforma del Terzo settore. La nuova disciplina riguardante le associazioni di promozione sociale
5.1 Introduzione
5.2 Definizione e caratteristiche delle associazioni di promozione sociale
5.3 La denominazione delle associazioni di promozione sociale
5.4 Il lavoro nelle associazioni di promozione sociale
6 Il quadro della Riforma del Terzo settore. Le imprese sociali
6.1 Introduzione
6.2 Le imprese sociali all’interno della Riforma del Terzo settore
6.3 Definizione di impresa sociale
6.4 Disposizioni particolari per taluni tipi di enti
6.5 Il primo requisito richiesto: l’attività di impresa di interesse generale
6.6 Il secondo requisito richiesto: l’esercizio in via stabile e principale di attività di interesse generale
6.7 Il terzo requisito richiesto: l’assenza dello scopo di lucro
6.8 Il quarto requisito richiesto: modalità di gestione responsabili e trasparenti
6.9 Il quinto requisito richiesto: l’ampio coinvolgimento dei lavoratori
7 Il quadro della Riforma del Terzo settore. La disciplina fiscale degli enti del Terzo settore
7.1 Introduzione
7.2 Premessa
7.3 Normativa applicabile agli enti del Terzo settore in materia fiscale
7.4 Definizione generale di “non commercialità”
7.5 Attività specifiche considerate non commerciali
7.6 Le entrate che non concorrono alla formazione del reddito
7.7 La qualifica di ente non commerciale
7.8 La perdita della qualifica di ente non commerciale. La qualifica di ente commerciale
7.9 L’attività delle associazioni del Terzo settore nei confronti degli associati
7.10 La determinazione forfetaria del reddito di impresa
7.11 Le imposte indirette e i tributi locali
8 Il quadro della Riforma del Terzo settore. La disciplina fiscale delle organizzazioni di volontariato
8.1 Introduzione
8.2 Le attività non commerciali delle organizzazioni di volontariato
8.3 Agevolazioni in tema di reddito degli immobili
9 Il quadro della Riforma del Terzo settore. La disciplina fiscale delle associazioni di promozione sociale
9.1 Introduzione
9.2 Le attività non commerciali delle associazioni di promozione sociale
9.3 Le attività sicuramente commerciali delle associazioni di promozione sociale
9.4 Le attività non commerciali rese da talune tipologie di associazioni di promozione sociale
9.5 Altre disposizioni fiscali relative alle associazioni di promozione sociale
10 Il quadro della Riforma del Terzo settore. Il regime fiscale delle attività commerciali delle organizzazioni di volontariato e delle associazioni di promozione sociale
10.1 Introduzione
10.2 Il regime forfetario
10.3 Le conseguenze della scelta del regime forfetario
11 Il quadro della Riforma del Terzo settore. La disciplina fiscale dell’impresa sociale
11.1 Introduzione
11.2 Premessa
11.3 Destinazione e disciplina fiscale degli utili e degli avanzi di gestione
11.4 Disciplina fiscale delle somme investite nel capitale sociale delle imprese sociali
12 Il bilancio nella Riforma del Terzo settore. Gli schemi di bilancio
12.1 Premessa
12.2 Modelli di bilancio degli enti del Terzo settore
12.2.1 Entrata in vigore
12.3 La modulistica. Introduzione
12.4 Mod. A – Stato patrimoniale
12.5 Mod. B – Rendiconto gestionale
12.6 Mod. C – Relazione di missione
12.7 Mod. D– Rendiconto per cassa
12.8 Glossario sulle poste del bilancio
13 Il bilancio sociale nella Riforma del Terzo settore
13.1 Premessa
13.2 Adozione delle linee guida
13.3 Introduzione e riferimenti normativi
13.4 Le finalità delle linee guida
13.5 I soggetti tenuti alla redazione del bilancio sociale
13.6 I destinatari del bilancio sociale
13.7 I principi di redazione del bilancio sociale
13.8 La struttura e il contenuto del bilancio sociale
13.9 L’approvazione, il deposito, la pubblicazione e la diffusione del bilancio sociale
14 La valutazione dell’impatto sociale nella Riforma del Terzo settore
14.1 Premessa
14.2 Introduzione e riferimenti normativi
14.3 Finalità delle linee guida sulla valutazione di impatto sociale
14.4 Soggetti tenuti alla realizzazione di sistemi di valutazione dell’impatto sociale
14.5 I destinatari del sistema di valutazione dell’impatto sociale
14.6 Processo e misurazione: elementi caratterizzanti la valutazione di impatto sociale
14.7 Coordinamento con il bilancio sociale
14.8 Pubblicità e diffusione
14.9 Ruolo dei soggetti esterni
15 Modalità di iscrizione nel Registro Unico Nazionale del Terzo settore
15.1 Struttura del RUNTS (Registro Unico Nazionale del Terzo settore)
15.2 Organizzazione e funzioni degli Uffici del RUNTS
15.3 Modalità delle interlocuzioni con gli Uffici del RUNTS
15.4 Effetti dell’iscrizione nel RUNTS
15.5 La domanda di iscrizione per gli enti senza personalità giuridica
15.6 Procedimento di iscrizione per gli enti senza personalità giuridica
15.7 Gli enti religiosi civilmente riconosciuti
15.8 L’iscrizione degli enti con personalità giuridica. L’iscrizione degli enti di nuova costituzione con l’intervento del notaio
15.9 Iscrizione nel RUNTS degli enti già dotati di personalità giuridica
15.10 Ottenimento della personalità giuridica degli enti già iscritti nel RUNTS che ne siano privi o di associazioni non riconosciute e non iscritte nel RUNTS
15.11 I documenti e le informazioni che gli ETS devono trasmettere al RUNTS ai fini del deposito e dell’aggiornamento
TITOLO II - LA RIFORMA DEL TERZO SETTORE E GLI ENTI ECCLESIASTICI
1 Cenni introduttivi: l’impegno della comunità ecclesiale nella società e il posizionamento degli enti ecclesiastici all’interno della Riforma
1.1 Presentazione del Titolo II
1.2 La Riforma del Terzo settore: nuove opportunità per la comunità ecclesiale
1.3 Il posizionamento dell’ente ecclesiastico all’interno della Riforma del Terzo settore. Cenni introduttivi
1.4 I principi che devono essere conosciuti prima di affrontare il tema degli enti ecclesiastici e della Riforma del Terzo settore
1.5 La scelta da parte dell’ente ecclesiastico
1.6 Il quadro riassuntivo degli strumenti per gestire le attività di interesse generale previste dalla Riforma del Terzo settore
2 L’ente ecclesiastico e la Riforma del Terzo settore. Definizioni generali
2.1 Gli enti ecclesiastici sono coinvolti dalla Riforma del Terzo settore
2.2 Le attività sociali e le attività di religione e di culto
2.3 Definizione delle “attività di religione o di culto” e delle “attività diverse”
2.4 L’ente ecclesiastico nell’ordinamento italiano
2.5 Gli ambiti di attività dell’ente ecclesiastico
2.6 Come l’ente ecclesiastico entrerà nel mondo del Terzo settore
2.7 L’istituto del “Ramo”
2.8 Il rispetto della prevalenza delle attività di religione o culto
2.9 Il patrimonio destinato
2.10 Il regolamento
2.11 Conclusione
3 L’ente ecclesiastico e la Riforma del Terzo settore: le condizioni richieste dal legislatore per entrare nel Terzo settore
3.1 Presentazione del capitolo
3.2 La disamina degli articoli della Riforma del Terzo settore dedicati agli enti religiosi civilmente riconosciuti
4 L’ente ecclesiastico e la Riforma del Terzo settore: gli enti religiosi civilmente riconosciuti
4.1 Presentazione del capitolo
4.2 Gli enti religiosi nella Riforma del Terzo settore
4.3 L’attenzione della Riforma del Terzo settore per gli “enti religiosi civilmente riconosciuti”
4.4 Il motivo della scelta del legislatore di adottare “enti religiosi civilmente riconosciuti”
4.5 ifferenza tra “ente ecclesiastico”, “ente ecclesiastico delle confessioni religiose con le quali lo Stato ha stipulato patti, accordi o intese” e “ente religioso”
4.6 La definizione di ente religioso civilmente riconosciuto
4.7 Il fine di religione o di culto quale elemento essenziale per accedere nel Terzo settore
5 L’ente ecclesiastico e la Riforma del Terzo settore: l’istituto del Ramo
5.1 Presentazione del capitolo
5.2 La previsione del “Ramo”
5.3 La costituzione del “Ramo”
5.4 La modalità di inserimento nel Terzo settore
5.5 Attività del Terzo settore e attività di religione o culto
6 L’ente ecclesiastico e la Riforma del Terzo settore: le attività esercitabili
6.1 Presentazione del capitolo
6.2 Le attività che l’ente ecclesiastico può esercitare all’interno della Riforma
6.3 La soluzione del Ramo
6.4 Alcune attività tipiche dell’ente ecclesiastico
6.5 Le attività che non possono confluire nel Ramo Terzo settore
6.6 Le “attività diverse” secondo la definizione del legislatore statale
6.7 Lo schema riassuntivo
7 L’ente ecclesiastico e la Riforma del Terzo settore: il Regolamento
7.1 Presentazione del capitolo
7.2 La necessità di un Regolamento
7.3 Cenni introduttivi
7.4 Il Regolamento: elementi essenziali
7.5 Chi adotta il Regolamento
7.6 La forma del Regolamento e l’iter di formazione
7.7 Il contenuto del Regolamento
7.8 Le norme della Riforma che non devono essere recepite nel Regolamento
7.9 Le conseguenze dell’adozione del Regolamento
7.10 I chiarimenti del Ministero del lavoro e delle politiche sociali
8 L’ente ecclesiastico e la Riforma del Terzo settore: il patrimonio destinato
8.1 Presentazione del capitolo
8.2 L’obbligo del patrimonio destinato
8.3 Premessa introduttiva: le altre condizioni richieste
8.4 Il “patrimonio destinato” nella Riforma del Terzo settore
8.5 Il significato di “patrimonio destinato”
8.6 La prima ipotesi di patrimonio destinato nella Riforma del Terzo settore
8.7 La seconda ipotesi di patrimonio destinato nella Riforma del Terzo settore
8.8 Perché la Riforma chiede il patrimonio destinato
8.9 La procedura da adottare per la costituzione del patrimonio destinato
8.10 Caratteristiche del “patrimonio destinato” in cinque punti
9 L’ente ecclesiastico e la Riforma del Terzo settore: quadro riassuntivo per orientare la scelta dell’ente ecclesiastico
9.1 Presentazione del capitolo
9.2 Quadro riassuntivo dei rapporti tra ente ecclesiastico e Riforma del Terzo settore
9.3 Ulteriori approfondimenti per una sintesi finale
TITOLO III - GLI ENTI ECCLESIASTICI E LA RIFORMA DEL TERZO SETTORE. PROFILI FISCALI
1 Le attività dell’ente ecclesiastico civilmente riconosciuto. Premessa
2 Disciplina delle attività di religione o di culto
2.1 Premessa
2.2 Disciplina delle attività di religione o di culto
3 Disciplina fiscale delle attività diverse da quelle di religione o di culto
3.1 Premessa
3.2 Disciplina fiscale delle attività diverse da quelle di religione o di culto
4 Disciplina fiscale del “Ramo Terzo settore”
4.1 Premessa
4.2 Disciplina fiscale del “Ramo Terzo settore”
5 Disciplina fiscale del “Ramo Terzo settore”. La disciplina fiscale delle attività di interesse generale
5.1 Disciplina delle attività di interesse generale
5.2 La natura non commerciale delle attività di interesse generale
5.3 Agevolazioni fiscali per il “Ramo Terzo settore” che svolge attività non commerciali
6 Disciplina fiscale del “Ramo Terzo settore”. La disciplina fiscale delle attività commerciali (normativa codice del Terzo settore)
6.1 Premessa
6.2 Individuazione delle attività commerciali
6.3 Disciplina fiscale delle attività commerciali
Parte III – Il periodo Covid-19. Interventi civilistici e fiscali
1 La situazione normativa nel periodo Covid-19
2 La responsabilità degli enti nel periodo Covid-19
2.1 La responsabilità del datore di lavoro
2.2 La responsabilità in caso di contagio
2.3 Il lavoro dei responsabili della salute e della sicurezza dei lavoratori nel periodo del Coronavirus
2.4 Profili di responsabilità di sindaci e revisori
3 Misure fiscali agevolative. Il credito di imposta per l’adeguamento degli ambienti di lavoro e/o per la sanificazione e l’acquisto di dispositivi di protezione
3.1 Premessa
3.2 Il credito di imposta per l’adeguamento degli ambienti di lavoro
4 Disposizioni economiche e fiscali riguardanti il periodo di emergenza che interessano gli enti ecclesiastici
4.1 Riduzioni di imposte e crediti d’imposta
4.2 Acconto IMU 2020
Bibliografia
Normativa, giurisprudenza, prassi