La residenza fiscale rappresenta una tematica di fondamentale importanza all’interno del nostro ordinamento stante l’applicazione del cd. “worldwide principle” il quale impone l’assoggettamento alla potestà impositiva dello Stato Italiano dei redditi ovunque prodotti.
Il legame con il territorio costituisce elemento rilevante, ma non esclusivo, per valutare le circostanze in cui un’entità possa considerarsi o meno residente all’interno dello Stato.
A riprova della delicatezza della tematica in questione, particolare attenzione è stata dedicata dagli organismi nazionali ed internazionali all’individuazione di fattori comuni e condivisi necessari per l’applicazione del principio di residenza alle singole fattispecie.
Le difficoltà di applicazione delle normative nazionali al caso concreto hanno indotto gli organismi nazionali e internazionali ad apportare numerosi cambiamenti alla normativa preesistente.
Tra questi cambiamenti, a livello internazionale, fondamentali sono state le modifiche operate dall’OCSE all’art. 4 del nuovo Modello di Convenzione contro le doppie imposizioni e del relativo Commentario, pubblicati in data 18 dicembre 2017.
L’impegno profuso dagli organismi nazionali e internazionali, mediante l’approvazione di nuove normative, la pubblicazioni di documenti di rilevanza internazionale nonché di prassi amministrative, non è stato del tutto sufficiente ad evitare contrasti interpretativi in merito all’applicazione concreta del principio di residenza.
Numerose problematiche, nei casi di contestazione di esterovestizione da parte dell’Amministrazione finanziaria, si pongono con riferimento all’onere della prova in quanto l’art. 73, co. 5-bis del TUIR ha introdotto, all’interno del nostro ordinamento, una presunzione relativa determinante l’inversione dell’onere della probatorio a carico delle società o enti esteri – che detengono direttamente partecipazioni di controllo in società italiane – gestiti ovvero controllati, anche indirettamente, da parte di soggetti d’imposta italiani.
Indicazioni in merito alla prova della residenza sono state, altresì, delineate all’interno della Circolare n. 1/2018 della Guardia di Finanza. In tale documento viene evidenziato come, al fine di effettuare una valutazione dell’effettiva residenza delle società, i verificatori dovranno reperire tutti gli elementi utili a comprovare, nel loro insieme, che le attività gestionali della società formalmente residente all’estero sono, di fatto, svolte sul territorio nazionale.
Il Volume “ESTEROVESTIZIONE. Profili probatori e metodologie di difesa nelle verifiche” si propone di esaminare da un punto di vista pratico-operativo le questioni più rilevanti in tema di esterovestizione, ponendo particolare attenzione ai numerosi profili di criticità che possono emergere soprattutto nel corso di una verifica fiscale.
STRUTTURA
1.IL CONCETTO DI “ESTEROVESTIZIONE”
2.L’ATTIVITÀ DI DIREZIONE E COORDINAMENTO NEI GRUPPI DI IMPRESE
3.PROFILI STRUTTURALI E (DIS)ALLINEAMENTI TRA FORMA E SOSTANZA
4. PROFILI INTERNAZIONALI ED EUROPEI
5. PROFILI PENAL-TRIBUTARI DELL’ESTEROVESTIZIONE
6. PROFILI IRAP E IVA IN MATERIA DI ESTEROVESTIZIONE
7. LA PROVA DELLA RESIDENZA NELLE VERIFICHE FISCALI
8. L’AZIONE DEL FISCO PER IL CONTRASTO DEI FENOMENI EVASIVI DELL’ESTEROVESTIZIONE
9. ESAME DI CASI CONCRETI NELLE VERIFICHE