Imprenditore spericolato, star televisiva, infine presidente della prima superpotenza globale: quella di Donald Trump è una parabola unica, che ha segnato una cesura nella storia politica statunitense. L’ostentazione della sua personalità narcisistica, l’ideologia privatistica, la costruzione populistica della sua figura come outsider contro l’establishment si riassumono nell’inclinazione di Trump a spostare tutto nel «privato», nel voler risolvere da questo punto di vista ogni problema, anche sul piano delle relazioni internazionali. Ne discende una gestione del potere a metà tra la sceneggiatura del reality-show The Apprentice e quella della serie tv House of Cards, una forma parossistica e riottosa di governance pubblico-privata della nazione a cui partecipano membri della famiglia Trump, esponenti dell’establishment politico, figure appartenenti alle alte gerarchie militari, rappresentanti di Wall Street. Con piglio narrativo, questo volume ripercorre le vicende della presidenza Trump proponendone una lettura critica e originale: una «presidenza privata».