Anche nella materia tributaria, il “diritto vivente” ha assunto un’importanza centrale: essa aumenta in modo esponenziale di giorno in giorno, rendendo i testi legislativi – che rimangono la base di qualsiasi opera d’interpretazione – non più sufficienti per orientarsi intorno al significato delle norme tributarie e i manuali tradizionali della materia fisiologicamente deficitari.
Da ciò l’idea di un sussidio didattico che, attraverso saggi brevi di commento alla prassi amministrativa e giurisprudenziale, possa essere di ausilio sotto il profilo formativo.
In specie, per far comprendere da un lato come l’opinione della prassi amministrativa e giurisprudenziale non abbia, di per sé, valore precettivo in ordine a una determinata problematica di carattere esegetico, ma vada opportunamente valutata e ponderata; dall’altro che il c.d. “diritto vivente” è la consolidata opinione comune che scaturisce dal dialogo dinamico di prassi amministrativa, dottrina e giurisprudenza in una posizione di sostanziale parità e in un confronto privo di preconcetti e meramente finalizzato all’applicazione “corretta” della legge tributaria e della “giusta imposta” nella prospettiva interna e sovranazionale.