Il volume ripercorre l’evoluzione della professione e della formazione dell’assistente sociale dalle origini al momento attuale.
Il testo si è proposto l’obiettivo di far comprendere lo stretto legame con i cambiamenti sociali, politici, istituzionali ed economici avvenuti nel mondo occidentale, e quindi non è un manuale di storia del servizio sociale; però contiene molti riferimenti storici della professione.
Nello stesso tempo, viene dato rilievo all’esigenza della professione di essere al passo con i tempi e protagonista dei cambiamenti e non appiattita sui sistemi burocratici istituzionali.
Il testo, inoltre, contiene metodi e strumenti di conoscenza della realtà nella quale l’assistente sociale deve operare.
Il lavoro, infatti, ha lo scopo di promuovere anche nei docenti la consapevolezza che ogni disciplina insegnata nei corsi di servizio sociale fa parte di un insieme unitario di formazione, che vuole favorire un sapere integrato e critico per una professione che è volta alla promozione umana.
Quindi non alla persona astratta, ma alla persona nel suo contesto socio-ambientale.
Questa consapevolezza deve valere anche per gli studenti nonché per coloro che si preparano a superare l’esame di Stato, per i quali è stato pensato specificamente il volume.
Con questa nuova edizione si è voluto non solo aggiornare i temi trattati nella precedente ma affrontare nuove situazioni sociali che a giudizio dei curatori sono essenziali.
Si ritiene infatti che proprio rispetto ai nuovi bisogni, strategie e modelli di intervento sia opportuno focalizzare la riflessione anche sulle tematiche che oggi sono all’attenzione della società civile e politica.
I nuovi temi trattati riguardano:
• Il servizio sociale al tempo del COVID-19 e le emergenze sociali
• Il fenomeno delle migrazioni, ruolo del servizio sociale delle Prefetture
• La violenza di genere
• Il nuovo Codice deontologico
• La dirigenza nei servizi sociali
• Il fenomeno della violenza contro gli assistenti sociali
• Il reddito di cittadinanza.
1. Nascita ed evoluzione della professione
1.1. L’Italia nel dopoguerra
1.1.1. Lo sviluppo industriale e l’emigrazione interna
1.1.2. La legge sulla casa e la riforma agraria
1.1.3. L’urbanizzazione e la fuga dalla campagna
1.1.4. La Costituzione e l’assetto istituzionale italiano
1.2. Le origini della figura dell’assistente sociale
1.2.1. Le origini del servizio sociale in ambito internazionale
1.2.2. Il convegno di studi per l’assistenza sociale a Tremezzo
1.2.3. L’Amministrazione degli aiuti internazionali (AAI)
1.2.4. Le “nuove” scuole per assistenti sociali
1.2.5. L’indagine parlamentare sulla miseria in Italia
1.3. L’inserimento del servizio sociale nelle organizzazioni istituzionali pubbliche e private
1.3.1. Il ruolo delle scuole
1.3.2. Il lavoro con i “casi” individuali
1.3.3. Il lavoro di comunità
1.3.4. L’assistente sociale agente di cambiamento
1.4. Il nuovo assetto istituzionale
1.4.1. La legislazione di settore
1.4.2. La centralità del territorio
1.4.3. L’integrazione socio-sanitaria
1.5. Attuazione delle autonomie locali e ruolo degli assistenti sociali
1.5.1. Le risorse di personale
1.5.2. La legge quadro sull’assistenza sociale
1.5.3. L’Ufficio di Piano di zona
1.5.4. L’esigenza dei vari livelli di responsabilità dell’assistente sociale
2. La formazione dell’assistente sociale
2.1. L’evoluzione dal 1946 al 1993
2.1.1. Il secondo dopoguerra: il Convegno per studi di assistenza sociale
2.1.2. Le associazioni delle scuole
2.1.3. L’AAI – Amministrazione aiuti internazionali, poi Amministrazione per le attività assistenziali italiane e internazionali
2.1.4. Il CISS – Comitato italiano di servizio sociale
2.1.5. La formazione pratica
2.1.6. Le nuove discipline formative dei programmi didattici
2.1.7. Il Convegno nazionale di studio: “Scuole ed Enti nella formazione professionale degli assistenti sociali” – Milano 30 novembre-2 dicembre 1967
2.1.8. Gli anni Settanta
2.1.9. Gli anni Ottanta-Novanta
2.2. La formazione dopo la riforma universitaria degli anni Novanta
2.2.1. Le linee guida della riforma degli ordinamenti didattici universitari
2.2.2. La prima laurea in servizio sociale: il quarto anno sperimentale
2.2.3. I corsi universitari per gli assistenti sociali
2.2.4. I problemi aperti e le prospettive
2.3. L’istituzione dell’Albo professionale e l’esame di Stato
2.3.1. Il Codice deontologico
2.3.2. Dal percorso di revisione al nuovo Codice deontologico
3. Mappatura dei bisogni e agire strategico: la ricerca sociale nel percorso formativo e nel ciclo operativo dell’assistente sociale
3.1. Metodo e ciclo operativo dell’assistente sociale: un binomio irrinunciabile
3.2. Ricerca sociale e agire strategico: il valore delle contaminazioni disciplinari
3.3. La costruzione del sistema di documentazione per la progettazione sociale e degli interventi sul campo: le fonti e gli indicatori per mappare i bisogni
3.3.1. Dal dato grezzo all’informazione: le tipologie di fonti e il sistema di documentazione
3.3.2. La statistica e i suoi produttori: un reticolato di soggetti e finalità
3.3.3. Arcipelago fonti: obiettivi conoscitivi e atolli informativi
3.3.3.1. Fonti di dati e famiglie tematiche: quattro angoli conoscitivi per la costruzione dell’intervento sociale
3.3.3.2. Violenza di genere: un fenomeno multidimensionale e diffuso
3.3.3.3. Dalla singola fonte, al datawarehouse, al sistema informativo
3.4. Un percorso di base per progettare e realizzare un’indagine ad hoc
3.4.1. Un’indagine sull’invecchiamento della popolazione
3.4.2. Le fasi di progettazione dell’indagine
3.5. Il valore delle parole “dove” e “come”
4. I modelli teorici del servizio sociale
Introduzione
4.1. Fase di passaggio dall’epistemologia psicoanalitica a quella sistemica
4.2. L’ottica di rete
4.3. Presentazione dei modelli teorico-pratici
4.3.1. Modello Case work
4.3.2. Modello Problem solving
4.3.3. Modello psico-sociale
4.3.4. Modello centrato sul compito
4.3.5. Modello esistenziale (Life Model)
4.3.6. Modello unitario
4.3.7. Modello integrato
4.3.8. Modello unitario centrato sul compito
5. Il processo metodologico e le tecniche di servizio sociale
5.1. Il processo metodologico
5.2. Il processo d’aiuto e le sue fasi
5.2.1. Individuazione o riconoscimento del bisogno individuale e sociale
5.2.2. La raccolta di informazioni e dati per una prima analisi della situazione
5.2.3. La fase della valutazione o diagnosi sociale
5.2.4. La selezione degli obiettivi, la formulazione del piano e il contratto
5.2.5. L’attuazione del piano di lavoro
5.2.6. La verifica dell’andamento del processo e dei risultati ottenuti
5.2.7. La conclusione del processo d’aiuto
5.2.8. L’assessment
5.3. Il processo d’aiuto, i suoi strumenti e le sue tecniche
5.3.1. L’accoglienza: il primo contatto, il primo colloquio psico-sociale
5.3.2. La diagnosi psico-sociale
5.3.2.1. Un protocollo diagnostico: ICD10, l’asse V psicosociale
5.3.2.2. Un protocollo “biopsicosociale”: l’ICF
5.3.2.3. Uno strumento per la “misurazione” delle relazioni familiari: il genogramma
5.3.2.4. Uno strumento per individuare e “pesare” la qualità delle relazioni sociali: l’ecomappa
5.3.2.5. Uno strumento per fare il bilancio della situazione: l’analisi SWOT
5.3.2.6. La scrittura e la documentazione di servizio sociale
5.3.3. Il ruolo di case management
5.3.4. La mediazione familiare e il ruolo dell’assistente sociale
5.3.5. L’approccio multidimensionale: il lavoro d’équipe e il ruolo dell’assistente sociale
5.3.6. Il risk management nel servizio sociale
6. I livelli di funzione dell’assistente sociale
6.1. Amministrare le risorse: personali, strumentali, economiche
6.1.1. Il processo decisionale circolare
6.1.2. Il piano della performance e la gestione economico-finanziaria
6.2. La direzione del personale e la supervisione
6.3. La programmazione degli interventi, generale e settoriale
6.3.1. La valutazione dei programmi
6.4. Progettare le attività
6.5. I Piani di zona, i piani regolatori sociali ed i programmi locali
7. L’organizzazione del sistema dei servizi sociali e socio-sanitari sul territorio
7.1. Il sistema dei servizi sociali comunali nelle aree metropolitane
7.1.1. L’accesso ai servizi
7.1.1.1. Il Segretariato sociale
7.1.1.2. I criteri di accesso ai servizi: prestazionali o in base ai bisogni?
7.1.2. Il modello di intervento per fasce d’età e tipologie di bisogno
7.1.3. Il modello di intervento per aree territoriali
7.1.4. Il modello di intervento per bisogni omogenei (immigrati, nomadi, marginalità estrema)
7.1.5. L’area dell’emergenza sociale
7.2. I servizi sociali comunali nelle piccole e medie aree urbane
7.2.1. Effetti della legge quadro sui territori
7.2.2. Governance e centralità dei Comuni
7.2.3. Organizzazione e gestione dei servizi sociali in Comuni di piccola e media densità
7.2.4. Ricostruzione metodologica di modelli di intervento
7.2.5. Testimonianza di un’esperienza innovativa di welfare territoriale: dal 2000 ad oggi. “Territorio e servizio sociale dell’Ente locale”
7.2.6. Modelli di intervento
7.2.6.1. Modello di intervento per progetti di rete
7.2.6.2. Progetti di sviluppo di reti e minori
7.2.6.3. Servizio sociale comunale e modello di intervento del Distretto socio-sanitario
7.2.6.4. Modello di intervento in ambito sovradistrettuale
7.2.7. Riflessioni e conclusioni dell’esperienza di rete
7.2.8. Conclusioni
7.2.9. Sviluppo di un modello di rete
7.3. Il servizio sociale e le migrazioni
7.3.1. Il servizio sociale nella gestione dei flussi migratori: il caso delle Prefetture
7.3.2. Spunti di riflessione: per un “servizio sociale di frontiera”
7.4. Il servizio sociale e le emergenze
7.4.1. L’emergenza SISMA Centro Italia 2016: l’esperienza A.S.Pro.C.
7.4.2. Il servizio sociale ai tempi del Covid-19
7.4.3. Il lavoro del Servizio Sociale ai tempi del Covid-19. Attività di monitoraggio sociale Area integrazione socio-sanitaria Distretto 1 - Fase 1 - Emergenza Covid
7.5. Dal reddito di inclusione al reddito di cittadinanza
7.6. La violenza contro gli assistenti
7.7. Il sistema dei servizi socio-sanitari sul territorio
7.7.1. L’Organizzazione mondiale della sanità (OMS): i determinanti sociali della salute
7.7.2. I movimenti riformatori degli anni Settanta
7.7.3. Le innovazioni della riforma sanitaria
7.7.3.1. Le occasioni perdute: l’integrazione socio-sanitaria, le USSL e il decreto Craxi
7.7.4. La “nuova riforma” del 1992: manager e aziende USL
7.7.5. La “terza” riforma: il decreto legislativo n. 229/1999
7.7.6. Il Distretto socio-sanitario: campo d’incontro tra servizi e cittadini
7.7.6.1. La prevenzione
7.7.6.2. La partecipazione
7.7.6.3. L’integrazione tra interventi sociali e sanitari
7.7.6.4. L’équipe socio-sanitaria multiprofessionale
7.7.6.5. L’assistente sociale nel Distretto
7.7.6.6. I metodi di lavoro
7.7.6.7. Il sistema informativo del Distretto
7.7.7. Il progetto obiettivo tutela della salute mentale
7.7.8. Il progetto obiettivo materno-infantile
7.7.9. Promozione di diritti ed opportunità per l’infanzia e l’adolescenza: la legge n. 285/1997
7.7.10. L’area del materno-infantile
7.7.10.1. Il consultorio familiare
7.7.10.2. I servizi per la tutela della salute mentale e riabilitazione in età evolutiva
7.7.10.3. I Gruppi integrati di lavoro (GIL) tra ASL e Comune
7.7.10.3.1. I GIL minori e Autorità giudiziaria
7.7.10.3.2. I Gruppi integrati di lavoro adozioni (GILA)
7.7.11. L’area della disabilità
7.7.12. L’area anziani
7.7.12.1. L’amministratore di sostegno
7.7.13. L’area della salute mentale
7.7.14. L’area delle dipendenze
7.7.14.1. SERT e carcere
7.7.15. Il servizio sociale in ospedale
7.7.16. Il Punto unico di accesso (PUA) integrato
7.7.17. La casa della salute: un presidio territoriale
7.7.18. La dirigenza sociale in Sanità. Funzioni: attività di management e modelli organizzativi
8. Giustizia penale e servizi sociali
8.1. Il sistema della giustizia
8.2. La politica penale nella giustizia minorile
8.3. Il servizio sociale della giustizia per i minorenni
8.4. La politica penale della riforma penitenziaria
8.4.1. Il trattamento penitenziario
8.4.2. Le misure alternative alla detenzione
8.4.3. Da Centri di servizio sociale per adulti a Uffici di esecuzione penale esterna
8.5. L’esecuzione penale esterna
8.5.1. La semilibertà
8.5.2. La detenzione domiciliare
8.5.3. L’affidamento in prova al servizio sociale
8.5.4. La messa alla prova
8.5.5. Il lavoro di pubblica utilità
8.6. Gli stakeholder del servizio sociale penitenziario
8.6.1. Il Tribunale di sorveglianza
8.6.2. La Magistratura di sorveglianza
8.6.3. Gli istituti penitenziari
8.6.4. Il condannato
8.6.5. La famiglia
8.6.6. Gli Enti territoriali e le Forze dell’ordine
8.7. La dimensione operativa del servizio sociale penitenziario
8.7.1. Gli strumenti del servizio sociale penitenziario
8.8. Il servizio sociale penitenziario tra controllo e aiuto
8.9. Verso una nuova organizzazione del servizio sociale della giustizia
8.10. Le novità introdotte nell’ambito minorile
9. L’area non pubblica in ambito territoriale
9.1. Un’area dai contorni imprecisi
9.2. Tra intervento pubblico e libero mercato
9.3. Il nuovo Codice del terzo settore
9.4. Volontariato e “non profit”
9.5. Le associazioni e le fondazioni
9.6. Le imprese sociali
9.7. I rapporti tra i sistemi di intervento pubblico e privato
Bibliografia
Appendice – Le principali normative di riferimento per l’assistente sociale
• Codice deontologico dell’assistente sociale
• Legge 23 marzo 1993, n. 84 – Ordinamento della professione di assistente sociale e istituzione dell’Albo professionale
• Ministero della giustizia, decreto 2 agosto 2013, n. 106 – Regolamento recante integrazioni e modificazioni al decreto del Ministro della giustizia 20 luglio 2012, n. 140, concernente la determinazione dei parametri per la liquidazione da parte di un organo giurisdizionale dei compensi per le professioni regolamentate vigilate dal Ministero della giustizia, ai sensi dell’articolo 9 del decreto-legge 24 gennaio 2012, n. 1, convertito, con modificazioni, dalla legge 24 marzo 2012, n. 27 (G.U. 23 settembre 2013, n. 223)
• Le principali normative nazionali