Il lavoro affronta, facendo proprio il punto di vista di un sindaco, il tema della gestione di un comune di montagna caratterizzato da un territorio vasto e da un ridotto numero di abitanti. Gestione che oltre alle difficoltà derivanti da un territorio orograficamente tormentato, dalla presenza di numerosi e minuscoli centri abitati e dalla scarsità di risorse, si deve scontrare con norme e prassi amministrative pensate per altre realtà e non in grado di consentire risposte efficaci alle esigenze della comunità. Gestione resa ancor più difficile dalla presenza di un funzionario apicale che cerca di applicare in maniera pedante ed avulsa dalla realtà le norme amministrative che regolano la vita dei comuni. Il risultato finale è il crearsi di situazioni tragicomiche che vengono affrontate cercando di trovare soluzioni ai problemi reali e, contemporaneamente, di individuare spiegazioni logiche a comportamenti che non appaiono tali.
Le ridotte dimensioni dell’Ente considerato consentono di evidenziare immediatamente le conseguenze deleterie derivanti dall’applicazione letterale di diverse norme amministrative e di mettere in luce, con ironia, problematiche conseguenti a quella che nel testo è definita come “burocrazia ostruttiva”. Problematiche che trovano corrispondenza nelle difficoltà che molti di coloro che hanno rapporti con la pubblica amministrazione incontrano ogni giorno.