Muovendo da un’analisi dell’art. 3 Cost., il quale prevede che tutti i cittadini sono uguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali e che spetta alla Repubblica rimuovere gli ostacoli che limitano di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini e impediscono il pieno sviluppo della persona umana, il volume ha inteso valutare come la regola del c.d. principio di non discriminazione, ivi contenuta, affronti, sul versante normativo e applicativo, le situazioni soggettive di fragilità.
L’opera si è prefissata l’obiettivo di analizzare come realisticamente le situazioni soggettive trovino realmente tutela e protezione all’interno di percorsi differenziati. Si è inteso, ancora, valutare la ragionevolezza e le proporzionalità delle ulteriori distinzioni che si vorrebbero introdurre attraverso una ponderata analisi dei beni e degli interessi posti a confronto.
Nell’ambito dei diversi contributi riportati nel testo, si è cercato, altresì, di verificare come questi dati tengano (o meno) anche conto di quanto previsto dall’art. 2 della Costituzione ove si stabilisce che la Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo, sia come singolo, sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità, e richiede l’adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale.
Si tratta, all’evidenza, del principio di coesione sociale chiamato ad integrare i riferiti criteri valutativi delle diverse situazioni poste a confronto nei singoli elaborati in cui le situazioni di fragilità sono analizzate, nell’ambito delle differenti discipline e argomenti, in un’ottica prospettica funzionale ad una loro piena ed effettiva tutela.