Politica estera e difesa non occupano sempre una posizione preminente nel dibattito italiano. Tale indifferenza, che non rappresenta una novità nella storia della Prima e della Seconda Repubblica, appare paradossale alla luce del grande dinamismo militare nazionale. Dal crollo del Muro di Berlino, le nostre forze armate sono intervenute in tutti i principali teatri di crisi. Le recenti decisioni di non partecipare alle operazioni in Mali e di non fornire supporto a un eventuale intervento armato in Siria possono rappresentare un primo segnale di stanchezza dell’opinione pubblica. Gli italiani hanno dimostrato di apprezzare le missioni quando sono «di pace»: definizione inadatta agli interventi in Iraq o Libia, che non hanno infatti riscosso il consenso dei cittadini. Quali elementi garantiscono allora il supporto dell’opinione pubblica? Come si costruisce il consenso in materia di difesa e sicurezza? Quali fattori hanno reso efficace la «narrazione strategica» impiegata per convincere il pubblico? Il libro risponde a queste domande, mettendo a confronto dati e sondaggi, e introducendo una nuova prospettiva per analizzare il rapporto tra opinione pubblica e missioni militari italiane nel nuovo secolo.