L’ambizioso obiettivo di questo libro è di fornire le nozioni istituzionali del diritto urbanistico, affinché il lettore possa appropriarsi delle chiavi di lettura necessarie per orientarsi criticamente nel confuso sovrapporsi delle plurali fonti che lo disciplinano e della vorticosa girandola delle interpretazioni giurisprudenziali.
Pensare di conoscere il diritto urbanistico studiando le leggi, i regolamenti, gli atti normativi, senza filtrarli attraverso il setaccio dei principi, delle categorie generali, dei paradigmi concettuali, è un’ambizione superflua, che può risultare finanche dannosa.
In tale prospettiva, si è inteso procedere ad una ristrutturazione concettuale del diritto urbanistico, finalisticamente orientata alla ricerca dell’impianto valoriale che lo sorregge.
Si è consapevoli del rischio di una trattazione che possa risultare astratta, teorica, dogmatica, ancor più in una materia, come l’urbanistica, che per sua natura deve fare quotidianamente i conti con la brutale realtà dell’economia di un territorio.
Ma l’astrattezza, la teoria generale, la dogmatica non necessariamente coincidono con l’inutile, con il superfluo. Anzi, è l’esatto contrario. È la mancata enucleazione delle categorie generali – nelle quali e attraverso le quali contestualizzare, sistematizzare, comprendere nel loro significato più profondo le novità che ci offre il diritto positivo, intendendo per tale anche la produzione giurisprudenziale, che nella materia urbanistica ha svolto e svolge un ruolo marcatamente creativo – a rendere inutile lo studio di una qualsiasi branca del diritto.